Mercati distributivi grigi o paralleli
Concentrandosi, però, sull’economia reale, il fenomeno grey market si configura nell’azione di un cliente in un determinato luogo/Paese che acquista dall’azienda produttrice di un certo prodotto - a cui fa capo nella maggior parte dei casi un brand di prestigio - e interagisce in tempo reale con un possibile acquirente “terzo” che non può acquistare, per svariati motivi, in maniera diretta dalla fonte, ma è ugualmente interessato ai prodotti. Se tutto funziona, fa seguito una triangolazione di fatture, che ad un primo acchito sembra far rientrare tutto nei termini della legalità. Quanto descritto aiuta ulteriormente a comprendere quanto il “colore grigio” di questo tipo di mercato stia nel canale distributivo: il grey market si muove fuori dai normali canali di distribuzione e per mezzo di società che possono non aver nessuna relazione con il produttore dei beni. Rappresentando un esempio diretto della pratica economica dell’arbitraggio, essendo un modo di lucrare sulle differenze di prezzo presenti in luoghi diversi, il grey market configura come altamente impattante nel perimetro retail. È, infatti, un fenomeno assai critico e in forte crescita, e concentra nel fashion&luxury la fetta di mercato più coinvolta, per ovvie ragioni legate ad esclusività e scarsità. Infatti, secondo le stime dell’Osservatorio europeo sulle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale (EUIPO) e dell’OCSE, il mercato grigio è responsabile della perdita del 12% delle vendite, causando ai brand danni enormi in termini di reputation e di profitti che ammontano a circa 225 milioni di euro solo in Italia, il 4° Paese al mondo più danneggiato dopo USA, Francia e Germania
Inoltre, anche la stessa pandemia da COVID-19 ha inciso su questo tipo di commercio, aggravando le tendenze esistenti. La tendenza principale delineatasi è stata costituita dall’intenso uso improprio dell’ambiente online. In una situazione di confinamento, i consumatori si rivolgono e avvalgono dei mercati online per soddisfare le proprie esigenze, determinando una crescita significativa della domanda online, che viene trattata da una pletora di piattaforme più o meno affidabili in termini di rispetto delle regole, contando spesso anche la complessità delle transazioni transfrontaliere. Quest’ultimo punto accade frequentemente nei casi in cui il prezzo di un articolo in un paese è superiore di molto rispetto ad un altro paese. Ecco, quindi, che profumi e cosmetici, orologi e gioielli, borse, pelletteria, attrezzature fotografiche ed elettroniche in generale e persino liquori e vini sono i target principali, la “merce grigia” più apprezzata. In tal senso i brand proprietari sono sempre più attivi con soluzioni di contrasto e tutela, affidandosi alla tecnologia. Questo tipo di azione, oltre che a salvaguardia degli interessi del brand, vuole anche arrivare sempre più, grazie ad attività ad hoc di comunicazione, alle orecchie dei clienti finali, la cui salute e i cui diritti vogliono essere maggiormente tutelati da contraffazioni o truffe (scam) a lungo termine.

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